Mentre cresce l’apprensione per il virus Zika e le zanzare che dalla prossima estate potrebbero veicolarlo anche in Europa (responsabile della diffusione del virus potrebbe essere infatti anche la zanzara tigre, presente sul nostro territorio, e non solo la Aedes aegypti, presente in Centro e Sud America e nelle regioni tropicali), si registrano in Europa i primi casi di trasmissione per via sessuale.
Un primo caso di trasmissione del virus attraverso il rapporto sessuale si era registrato negli Stati Uniti, in Texas, a fine gennaio. Si trattava di un turista di ritorno dal Venezuela, dove era stato contagiato da Zika, che aveva poi trasmesso il virus al partner con un rapporto non protetto. Un caso che aveva suscitato comprensibile preoccupazione, per via dell’aumento delle possibilità di contagio. Fino a quel momento i casi di infezione avevano riguardato solo persone di ritorno da un viaggio nei Paesi colpiti e che erano state poi curate con successo, senza trasmettere ad altri la malattia. Da Zika, infatti, si guarisce facilmente, il problema più grave è per le donne incinta perché il virus potrebbe causare la microcefalia dei feti, come avvenuto in Brasile, dove si sono verificati migliaia di casi, Per quanto motivo l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiaratol’emergenza internazionale di salute pubblica.
Ora però i primi casi di trasmissione del virus per via sessuale si sono manifestati anche in Europa: a Firenze e in Francia. Il caso di Firenze risale in realtà al 2014 e riguarda un uomo che tornato in Italia dalla Thailandia si era ammalato di quella che sembrava febbre dengue, ma che poi si è scoperto essere il virus Zika. L’uomo era tornato dalla Thailandia con una febbre e dopo venti giorni aveva contagiato anche la moglie, che era rimasta in Italia. Moglie e marito sono stati curati e il siero del virus conservato nei laboratori dell’Università di Firenze. I ricercatori pensavano fosse dengue, un virus simile a Zika e trasmesso della stessa specie di zanzare. A distanza di due anni i ricercatori hanno riesaminato il siero conservato e grazie a un nuovo test hanno potuto accertare che si trattava del virus Zika e che era stato trasmesso da marito a moglie per via sessuale. La notizia è stata riportata dal quotidiano La Stampa. In questo particolare caso si tratta di un contagio che non riguarda l’epidemia in atto nelle Americhe, ma che suscita una certa apprensione perché potrebbe essere il segnale dell’esistenza di focolai endemici in altre parti del mondo, che, come la Thailandia, sono molto frequentate dal turismo occidentale.
Un altro caso di trasmissione del virus Zika per via sessuale si è verificato in Francia, e questa volta è legato all’epidemia in corso. Si tratta di una donna che è stata infettata dal compagno appena rientrato ad un viaggio in Brasile, dove era stato contagiato dal virus, probabilmente senza saperlo. Le autorità sanitarie francesi hanno fatto sapere che la donna sta reagendo bene alle cure e che non è incinta. La coppia vive nella regione di Parigi.
Il caso francese sarebbe il terzo al mondo di trasmissione del virus Zika per via sessuale, senza considerare quello italiano che risale al 2014 e non riguarda l’epidemia in corso. Oltre alla donna francese e al caso del Texas, infatti, c’è un altro turista americano che ha contagiato il partner tramite un rapporto sessuale dopo essere rientrato da un viaggio in Senegal. In quest’ultimo caso l’infezione originaria è avvenuta dunque in Africa, ampliando lo spettro della malattia.
La trasmissione per via sessuale preoccupa medici e ricercatori perché chiaramente aumenta le possibilità di diffusione della malattia. Se all’inizio bastava neutralizzare le zanzare responsabili del virus, attraverso il rapporto sessuale Zika potrebbe diffondersi rapidamente in tutto il mondo e costituire un serio pericolo per le donne che dovessero rimanere incinte.
Ma non basta, recentemente gli scienziati francesi dell’Istituto Pasteur hanno scoperto un legame tra il virus Zika e la sindrome di Guillain-Barré, un rara malattia autoimmune che colpisce il sistema nervoso e può portare alla paralisi e in alcuni casi anche alla morte. I ricercatori sono giunti a queste conclusioni attraverso uno studio retrospettivo sull’epidemia di Zika che ha colpito la Polinesia francese tra il 2013 e il 2014. Secondo i ricercatori dell’Istituto Pasteur, guidati da Arnaud Fontanet, la sindrome di Guillain-Barré può colpire 2,4 persone su 10.000 tra quelle che hanno contratto il virus Zika. Del resto casi di morte dovuta a questa sindrome in persone affette da Zika si sono verificati in Colombia.
Valeria Bellagamba