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Categoria Curiosità
Il rompicapo virale: se lo risolvi hai un QI di 150
Un rompicapo giapponese rilanciato dalla rivista tedesca Focus è diventato virale. Già perché a quanto pare sembrerebbe sufficiente per stabilire se si è dei geni o meno. Stando a chi lo ha pubblicato in rete chi è in grado in una manciata di secondi di risolverlo vuol dire che ha un Quoziente Intellettivo pari o superiore a 150 (tanto per dire Einstein aveva 160, Freud 156 e Napoleone 145).
In realtà la faccenda del Q.I. è molto ampia e piena di variabili. Nel calcolo del Q.I. infatti intervengono moltissimi fattori ad influenzarlo: dal contesto ambientale all’età. Inoltre ormai i nuovi approcci di studio considerano il Q.I. una misurazione non scientifica in quanto è fuorviante misurare l’intelligenza con un unico indice. Già negli anni ’70 lo psicologo americano Howard Gardner – come riporta proprio la rivista Focus – elaborò la teoria delle intelligenze multiple: l’intelligenza è un insieme di capacità diverse. In tempi più recenti si affermò poi il concetto d’intelligenza emotiva e si stabilì che l’intelligenza è un misto di cognizione ed emozione.
Insomma, ci sono tante intelligenze che vanno a definire se una persona è intelligente. Ed ognuna di queste può essere allenata. Ma al di là del Q.I. voi riuscite a stabilire quanto fa 7+6?
Il risultato è 113. In quanto deducendo qual è la linea logica seguita dalle altre operazioni si evince che il primo numero del risultato è la sottrazione, poi l’addizione. Quindi 7-6= 1 e 7+6= 13.
Cinzia ZadroGiornalista, laureata in Scienze della Comunicazione, web content editor e social media manager. Ho da sempre un'innata curiosità per tutto quello che mi circonda: da bambina mi immaginavo detective e indagavo su tutto per scoprire la verità, immaginandomi protagonista di casi polizieschi e di inchieste giornalistiche (e solitamente era peluche orso il colpevole!). Ho fondato il giornalino scolastico quando avevo 9 anni e da allora non ho mai smesso di scrivere. Ho sempre lo zaino in spalla: adoro viaggiare, scoprire nuove culture, nuovi posti e poterli raccontare. Qualsiasi posto infatti racconta una storia che io voglio conoscere. Quando non scrivo al pc o non sono in viaggio, mi trovate sul palco ad improvvisare oppure a fare trekking con il mio cane o nei reparti di pediatria come clowndottore.