E’ vero, il Carnevale si festeggia un po’ ovunque. Ma in pochi luoghi è tanto legato a tradizioni antiche e così sentito da tutta la popolazione come là dove lo si celebra nella sua versione svevo-alemanna, tra la Germania sud-occidentale e la Svizzera centrale e orientale. In questo periodo, dappertutto nella regione del Bodensee, si festeggia il Fasnet: le chiavi delle città vengono consegnate ai giullari, il mondo si capovolge e si susseguono processioni, balli e riti, accompagnati da musiche ancestrali. Un festa per gli occhi e una girandola di emozioni, fino a che il mercoledì delle ceneri giunge a portare via la follia del vecchio Carnevale, inaugurando l’attesa della primavera.
Quando il Natale è già passato, ma la primavera si fa ancora attendere, nella regione del Bodensee inizia il periodo carnevalesco – che comincia il 6 gennaio e continua fino al mercoledì delle ceneri. La “quinta stagione dell’anno” è un’occasione per scoprire il Lago di Costanza attraverso la lente d’ingrandimento della sua festa più colorata e di più lunga tradizione. Perché qui si celebra il carnevale svevo-alemanno (Fasnet, nella lingua regionale), diffuso nel sud-ovest della Germania e nella Svizzera orientale e centrale. Le maschere – che non cambiano di anno in anno, ma vengono a volte passate di generazione in generazione – sono spesso veri capolavori d’artigianato. Il giullare (Narr), la strega, i demoni e molte altre figure diventano prototipi umani e personificazioni di concetti e sentimenti che risalgono al medioevo, popolando città e villaggi per riti e usanze che risalgono a centinaia d’anni fa.
A Costanza la giornata del giovedì grasso (04.02.2016) è una festa particolarmente sentita dai ragazzi: in molti casi sono loro ad andare a casa degli insegnanti per svegliarli e portarli a scuola. Le ore di studio però sono davvero poche, perché, una volta in classe, saranno liberati da un giullare che pone fine al tedio delle lezioni. In città si susseguono le feste e i cortei colorati per tutta la giornata, ma la sera è di nuovo dei più giovani. Vestiti di camicie da notte bianche e berretti – secondo una tradizione che risale alla fine dell’800 – li vedrete sfilare per le strade del centro accompagnati da enormi e caratteristiche bambole di legno, anch’esse di bianco vestite (www.costanza-lago-di-costanza.it ) . Sempre in terra tedesca anche la bella Überlingen, con le sue case a graticcio e le piazze del centro storico, diventa una cornice ideale per i festeggiamenti del Fasnet, il cui culmine è raggiunto sabato 6 febbraio: alle ore 19.00 si riunisce il corteo delle impressionanti maschere, dette Hänsele, per raggiungere il centro attraverso la medievale Franziskanertor, tra urla, musica, salti e acrobazie. Le maschere sono creature tenebrose, illuminate dal fuoco delle lanterne, che divertono – e a volte spaventano – il pubblico tutto intorno (www.ueberlingen-bodensee.de).
Alcune delle maschere più belle e caratteristiche del rito svevo-alemanno si trovano in Alta Svevia. Qui è documentata una lunga tradizione carnevalesca, che in alcuni casi è legata alla grande peste del XIV secolo. Negli archivi della cittadina di Weingarten, anno 1348, si trova scritto che “…quando la malattia finì, i sopravvissuti prepararono una festa. Si ritrovarono sulla piazza del municipio e danzarono attorno alla fontana”. A Bad Saulgau, invece, il “Dorausschreier” (letteralmente “l’urlatore alla porta”)ricorda una figura della pestilenza – colui che, armato di un cestino issato su un altissimo bastone per evitare il contagio, portava i viveri a chi, infetto, era stato confinato nella propria casa. A Bad Waldsee particolarmente suggestiva è la danza delle streghe o Schrättele (una delle cinque maschere del carnevale del luogo), che si tiene a mezzanotte il giorno prima del giovedì grasso (03.02.2016), attorno a un grande fuoco, con il quale le creature demoniache affilano il loro bastone di streghe. A Bad Saulgau il venerdì di carnevale (05.02.2016) è dedicato ai bambini, che tradizionalmente si travestono pitturandosi il volto con il carbone, e si divertono a un grande ballo fatto per giocare, divertirsi e deliziarsi con dolcetti e leccornie (www.oberschwaben-tourismus.de) .
Anche in Svizzera la tradizione svevo-alemanna è molto sentita. Per apprezzare fino in fondo i festeggiamenti di San Gallo bisogna essere mattinieri: il via al culmine del carnevale è dato il giovedì grasso con la tradizionale Aaguggete delle 06.00 di mattina, quando ci si incontra per le strade ancora buie del centro con musica, maschere e l’allegria che accompagnerà tutti fino al martedì successivo (www.st.gallen-bodensee.ch) . A Ermatingen, nella regione del Thurgau, invece, vige un uso molto particolare: da secoli i suoi abitanti festeggiano la loro quinta stagione tre domeniche prima di Pasqua, nel bel mezzo della quaresima (quest’anno dal 2 al 6 marzo 2016). Tradizione vuole che nel marzo del 1415, durante il Concilio di Costanza, papa Giovanni XXII trovasse qui rifugio, e ricompensasse gli abitanti del luogo con la concessione di poter celebrare “l’ultimo carnevale del mondo” quando tutti, altrove, facevano penitenza. E così si fa ancor oggi, con una grande parata dove il protagonista è un enorme pesce di lago colorato fatto di cartapesta, dove i bambini dell’asilo salgono giocosamente a turno (www.thurgau-bodensee.ch). Chi raggiunge il vicino Principato del Liechtenstein troverà cortei, balli, maschere e musica soprattutto nel comune di Schaan, dove il carnevale è particolarmente sentito (www.tourismus.li). Nella regione austriaca del Bodensee tradizionalmente non si segue il rito svevo del carnevale. Ma in questo periodo vale la pena recarsi a Feldkirch per la sfilata di carri e maschere che si tiene quest’anno domenica 31 gennaio, con circa 80 gruppi provenienti da tutta l’Austria, dalla Germania, dalla Svizzera e dal Liechtenstein nel delizioso centro storico della cittadina (www.bodensee-vorarlberg.com) .
La fine del carnevale
Spettacolo finale del carnevale sul Bodensee sono, la sera del martedì grasso che precede il mercoledì delle Ceneri (09.02.2016), i grandi falò con i quali si brucia una strega, simbolo degli eccessi e delle follie passate, accompagnati dai lamenti dei giullari e delle altre maschere della quinta stagione dell’anno. Nel Vorarlberg, invece, i fuochi vengono accesi la prima domenica di quaresima. Al calare delle tenebre, alti pali di legno ai quali è legata una bambola di stoffa, ripiena di polvere da sparo, prendono fuoco ed esplodono, regalando un inquietante e maestoso spettacolo.