Passeggeri che viaggiano in Europa: saranno tutti schedati

Controlli in aeroporto (Thinkstock)
Controlli in aeroporto (Thinkstock)

Come vi avevamo già anticipato qualche giorno fa sono state introdotte nuove norme a livello europeo che in nome della lotta al terrorismo introdurranno forti restrizioni alle libertà civili dei cittadini europei.

Il Consiglio dei ministri degli Interni dell’Unione europea ha raggiunto un accordo per l’introduzione del Pnr (Passenger name record), ovvero la registrazione dei dati dei passeggeri delle linee aeree.

L’accordo, che si concluderà definitivamente il 15 dicembre, “riguarda i voli intraeuropei“, ha spiegato il Ministro dell’Interno Alfano, ed è stato raggiunto, ha precisato, “tra governi europei” e “non in base ad un accordo tra istituzioni europee”.

La nuova normativa anti-terrorismo prevede che i dati dei passeggeri saranno “in chiaro” per sei mesi e “resteranno accessibili” anche se criptati per i quattro anni mezzo successivi. Le polizie europee, ha spiegato il ministro dell’interno italiano potranno “avere in chiaro i nomi dei passeggeri, con l’obbligo per le compagnie aeree di tenere archiviati le indicazioni anagrafiche ed una serie di dati molto importanti“. Alfano ha aggiunto che “questo è un caso concreto di come l’Europa si sta attrezzando per controllare meglio gli accessi in Europa e gli spostamenti da e per l’Europa“.

Il contenuto concreto del provvedimento non si conosce ancora, il Ministro dell’Interno italiano ha parlato ai giornalisti durante una pausa dei lavori del Consiglio, tuttavia il Corriere della Sera scriveva qualche settimana fa che “la registrazione del Pnr… consente l’accesso anche ai dati sensibili: stato di salute, religione e poi notizie personali sui compagni di viaggio, sui luoghi frequentati a destinazione, sui metodi di pagamento”. Se così fosse sarebbe abbastanza inquietante.

Alfano ha anche detto che i ministri degli interni europei hanno “prodotto un rafforzamento di Europol, con una collaborazione più forte tra la polizia europea e le agenzie, a cominciare da Frontex”. “Si sta avanzando su tutti i settori”, ha aggiunto il ministro, ma “è chiaro che di fronte alla sfida terroristica, non ci si può accontentare” e “bisogna spingere sempre di più sulla cooperazione di polizia, giudiziaria e tra le intelligence europee” con un “modello italiano da esportare in Europa”, ha sottolineato. “Degli avanzamenti ci sono, ma non ci stancheremo fin quando non avremo raggiunto un livello di cooperazione che ci renda paragonabili ad altre federazioni nel mondo e ad altri ambiti di cooperazione, come quelle all’interno degli Stati Uniti, che hanno un livello più avanzato”, ha concluso Alfano.

Di Valeria Bellagamba

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