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Categoria Curiosità

New York, l’abbraccio più commovente 70 anni dopo – VIDEO

E’ una storia commovente, una storia che in questi tempi duri ci porta un po’ di speranza e ci scalda il cuore. Un abbraccio all’aeroporto John F. Kennedy di New York che ci racconta non solo la storia di due bambini e dell’amore ma anche un pezzo di Storia, con la S maiuscola.

Siamo in Polonia, a Varsavia,nel 1942. I nazisti hanno occupato la Polonia e proseguono nella loro folle e terribile persecuzione degli ebrei. Dopo averli strappati dalle loro vite, privati di tutto li rinchiudono nel ghetto, dopo di che li deportano nei campi di sterminio. Ancora non era del tutto chiaro ai cittadini di Varsavia dove portavano quei treni che partivano stipati di uomini, donne, bambini e anziani, si parlava di campi di lavoro, ma si sa che chi saliva non tornava più.

Lì al ghetto di Varsavia viveva la famiglia Hochberg e il piccolo Michael di quattro anni. Quando arrivano i nazisti che appiccano il fuoco al Ghetto Michael viene salvato da Krystyna Jakubowska una bambina poco più grande di lui che si finge sua sorella. Michael ricorda di aver visto dal balcone della sua nuova casa bruciare il ghetto. Morirono 10mila ebrei. La famiglia Jakubowska tiene con sé il piccolo fino alla fine della guerra fingendo che sia un figlio adottivo lasciato a loro dopo la morte di alcuni parenti. Gli Jakubowska se fossero stati scoperti dai nazisti sarebbero stati fucilati, ma questo enorme rischio che loro hanno corso ha salvato la vita a Michael.  Alla fine della guerra Michael si riunisce con alcuni parenti sopravvissuti all’Olocausto e nel 1957 si trasferisce ad Haifa dove tuttora vive.

Sono passati 70 anni da allora, Micheal ora ha 77 anni ed è padre di tre figli e nonno di otto nipoti, ma non ha mai dimenticato la famiglia Jakubowska e grazie all’aiuto nelle ricerche della Jewish Foundation for the Righteoused ha potuto incontrare e abbracciare la sua ‘sorella’ maggiore Krystina.

 

Cinzia Zadro

Giornalista, laureata in Scienze della Comunicazione, web content editor e social media manager. Ho da sempre un'innata curiosità per tutto quello che mi circonda: da bambina mi immaginavo detective e indagavo su tutto per scoprire la verità, immaginandomi protagonista di casi polizieschi e di inchieste giornalistiche (e solitamente era peluche orso il colpevole!). Ho fondato il giornalino scolastico quando avevo 9 anni e da allora non ho mai smesso di scrivere. Ho sempre lo zaino in spalla: adoro viaggiare, scoprire nuove culture, nuovi posti e poterli raccontare. Qualsiasi posto infatti racconta una storia che io voglio conoscere. Quando non scrivo al pc o non sono in viaggio, mi trovate sul palco ad improvvisare oppure a fare trekking con il mio cane o nei reparti di pediatria come clowndottore.

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Cinzia Zadro