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Categoria News

Parigi, il racconto degli Italiani. Si cerca Valeria: “Era al Bataclan”

Getty Images

Gli attacchi terroristici a Parigi sono un attacco all’umanità intera. Parole che hanno detto i capi di Stato, ma che tutti sentiamo come nostre. Già perché Parigi siamo noi, perché ci ritroviamo che siamo in guerra – quattro attacchi contemporanei in una città, non è più terrorismo, ma è guerra –  perché quel dolore francese è anche un nostro dolore, perché siamo noi contro i terroristi, contro i barbari, contro i disumani.

E c’è chi nostro connazionale, ieri sera, quel dolore, quel terrore, quella guerra l’ha vissuta.  “C’erano ambulanze ovunque, la città era deserta. Io correvo, guardavo la mappa e rispondevo al telefono. Non capivo più niente. Alla fine ci siamo rifugiati in un albergo e all’alba siamo tornati nel nostro hotel con un taxi – così racconta Elisabetta Franco, 27 anni, di Taggia (Imperia), che ieri sera si trovava a Parigi col fidanzato Marco Pais – Ci trovavamo in un locale jazz di Rue Tivoli e poche ore prima siamo passati vicino a quel ristorante assalito dai terroristi.Ho subito chiamato casa, pensando che fosse accaduto qualcosa e mia madre è scoppiata in lacrime. Ci urlava di fuggire.‘Ammazzano le persone’, gridava. Così siamo scappati via. I ponti erano deserti. C’era la gente che si rifugiava nei condomini e noi abbiamo trovato ospitalità in un albergo vicino Notre Dame, perché il nostro hotel, nei pressi del Quartiere Latino, non era raggiungibile. C’erano tutte le strade chiuse. Alle 4.30 circa, i titolari dell’albergo ci hanno chiamato un taxi e siamo così ritornati nel nostro hotel. Stasera torniamo in Italia e finisce un weekend che non scorderemo mai”.

Il Bataclan, lo storico teatro di Parigi, è stato il luogo di una cruenta, terribile mattanza, una carneficina in cui sono state uccise 87 persone. Ieri sera al Bataclan c’era il concerto degli americani Eagles of Death Metal e ad assistervi c’erano anche Massimilano Natalucci e Laura Apolloni, entrambi di 45 anni,  di Senigallia.  Laura è stata colpita ad una spalla: “Sto per essere operata – ha detto Tg1 -. Ho un residuo di pallottola nella spalla destra che ha sanguinato parecchio. Mi avevano detto domani, perchè gli ospedali sono tutti pienissimi e invece il dottore mi ha detto che si farà in giornata e sto aspettando”.”Durante il concerto – ha raccontato – si sono sentiti gli spari. Erano due persone con le mitragliette, hanno sparato per 10 minuti ininterrottamente, avranno sparato 5000 proiettili e io ne ho preso uno. Anche se si stava bassi, raso terra, hanno sparato così tanto…Io per fortuna stavo sotto il palco e sono fuggita passando dietro le quinte, sfondando le uscite di sicurezza e passando sui tetti. Io e un’altra cinquantina di persone, quindi non abbiamo vissuto l’incubo di dentro”. “Siamo rimasti due ore in silenzio – continua – poi le forze di sicurezza ci hanno tirati giù dal tetto”.

Al Bataclan erano presenti anche quattro giovani italiani,  Andrea Ravagnan, trentino, con la fidanzata Valeria Solesin, 28 anni, veneziana; la sorella di Andrea Chiara con il suo fidanzato. Dopo l’attacco dei terroristi sono riusciti a fuggire dal teatro passando dietro il palco, in tre si sono salvati ed hanno contatto le famiglie,  ma di Valeria Solesin non si hanno più notizie. Valeria si trova a Parigi per un dottorato alla Sorbona, la mamma della giovane, Luciana Milani, ha dichiarato: “Non abbiamo notizie di Valeria, sappiamo che non è nella lista dei deceduti, è un piccolo conforto. Speriamo sia tra i feriti, ma la Farnesina ci dice che gli ospedali parigini sono ‘blindati’ ed è difficile accedere alle informazioni”. 

Tra i feriti c’è anche il rugbista del Mogliano Veneto Aristide Barraud. Il giocatore ha un polmone perforato da una scheggia, ma sta bene. Si trovava su una terrazza vicino al ristorante dove i terroristi hanno sparato ed ucciso.

 

Cinzia Zadro

Giornalista, laureata in Scienze della Comunicazione, web content editor e social media manager. Ho da sempre un'innata curiosità per tutto quello che mi circonda: da bambina mi immaginavo detective e indagavo su tutto per scoprire la verità, immaginandomi protagonista di casi polizieschi e di inchieste giornalistiche (e solitamente era peluche orso il colpevole!). Ho fondato il giornalino scolastico quando avevo 9 anni e da allora non ho mai smesso di scrivere. Ho sempre lo zaino in spalla: adoro viaggiare, scoprire nuove culture, nuovi posti e poterli raccontare. Qualsiasi posto infatti racconta una storia che io voglio conoscere. Quando non scrivo al pc o non sono in viaggio, mi trovate sul palco ad improvvisare oppure a fare trekking con il mio cane o nei reparti di pediatria come clowndottore.

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Cinzia Zadro