Tragedia del volo sui cieli egiziani. Questa mattina un aereo della compagnia russa MetroJet, carico di turisti, decollato da Sharm el-Sheik e diretto a San Pietroburgo si è schiantato sul Sinai. A bordo del velivolo, Airbus A-321, un viaggiavano 224 persone, di cui 17 bambini.
L’aereo era decollato alle 5.51, ora locale (le 4.51 in Italia), e alle 6.14 aveva contattato la torre di controllo dell’aeroporto di Larnaca sull’isola Cipro per segnalare problemi. In quel momento l’Airbus era ad un’altezza di circa 9 mila metri, ma poco dopo ha perso quota scendendo a 1.800 metri. Quindi è scomparso dai radar.
La notizia dell’incidente è stata data dai russi, mentre le autorità egiziane in un primo momento avevano negato lo schianto, salvo poi rettificare. In Egitto è stata aperta un’unità di crisi.
Lo schianto sarebbe stato provocato da un’avaria all’aereo, il pilota, infatti, hanno riferito le autorità egiziane, aveva segnalato alla corte di controllo problemi all’Airbus e l’autorizzazione all’atterraggio di emergenza nell’aeroporto più vicino, quello di al-Arish nel Sinai settentrionale. Un atterraggio che però non è riuscito. Si esclude dunque la pista terroristica. Le autorità egiziane hanno riferito che nello schianto l’Airbus si è spezzato in due tronconi principali, che sarebbero stati avvistati in una zona impervia nelle montagne del Sinai centrale. Impossibile che ci siano dei sopravvissuti.
Di Valeria Bellagamba