Ammettiamolo. Senza false ipocrisie. Quando in aereo nel sedile dietro al nostro c’è un bambino che piange, urla, si lamenta, spinge con i suoi graziosi piedini il nostro schienale, si rifiuta di mangiare la pappa – di cui tra l’altro buona parte finisce sul finestrino – odiamo ferocemente tutti gli infanti sotto il metro e trenta. In quella situazione estrema ci congratuliamo con noi stesse dell’avventata e antisociale scelta di non aver fatto figli e ci auguriamo che quel volo entri in una dimensione spaziotemporale diversa e finisca immediatamente. Oppure banalmente ci lamentiamo dei genitori degeneri che portano i figli in giro per il mondo quando invece dovrebbero stare tappati in casa a vedere Peppa Pig per tutto il tempo.
Ma a volte basta un gesto semplice, seppure di profonda bellezza ed educazione, per cambiare tutto ciò. Niente che faccia smettere il bambino di piangere, ma che fa smettere noi di lamentarci e ci fa perfino rivedere la nostra posizione sulla maternità. Ieri Selvaggia Lucarelli, nota giornalista de il Fatto Quotidiano e speaker radiofonica, posta sulla sua pagina Facebook una foto di un bigliettino che è stato consegnato ai passeggeri delle prime file di un volo della Ryanair Brindisi-Bergamo. Su questo bigliettino c’è scritto: “Ciao, mi chiamo Sergio ho 5 mesi e questo sarà il mio primo volo. Spero mi perdonerete se sarò un po’ capriccioso, ma per me è un’esperienza nuova. Per farmi perdonare vi regalo questa dolce caramella. Sergio”. Assieme al bigliettino vengono consegnate due caramelle.
Oltre ad una valanga di like, di commenti di apprezzamento, di plauso a questa giovane coppia di genitori così sensibili ed educati, nel giro di venti minuti grazie a quel post si rintraccia la mamma del piccolo Sergio, che ringrazia tutti e svela che il bambino ha dormito per tutto il tempo del volo, si palesano alcuni passeggeri del volo e perfino viene fuori l’hostess di terra di quel volo. “Potere dei social” ha commentato la Lucarelli. Già, questo è uno di quei gesti semplice, che vale però la pena raccontare. Quelle caramelle e quel bigliettino sono infatti il segno che l’Italia è un Paese migliore di quello che si pensi – o almeno buona parte dei suoi abitanti lo è. Sicuramente lo sono i genitori di Sergio.