Gli Stati Uniti si confermano un Paese estremamente violento e dal grilletto facile. Non solo un numero impressionante di omicidi che si verificano praticamente tutti i giorni, dovuti ai motivi più vari, e le vicende legate ai numerosi afroamericani freddati dalla polizia in circostanze dubbie. In Usa si muore spesso per caso, per colpa di un folle assassino che all’improvviso spara e uccide persone inermi, sia che si trovino per strada, al cinema o a scuola. Il caso più clamoroso fu quello della strage alla scuola di Columbine, in Colorado, nel 1999, sul quale il regista Michael Moore ha realizzato un documentario. Tra gli ultimi massacri uno dei più efferati è stato quello del massacro di Aurora, sempre in Colorado, quando nel luglio del 2012 un folle mascherato da Jocker, il nemico storico di Batman, entrò armato fino ai denti in un cinema multisala per sparare all’impazzata contro il pubblico che stava assistendo proprio alla prima di uno dei film di Batman, Il cavaliere oscuro – Il ritorno. L’autore di quella strage, James Holmes, è stato condannato all’ergastolo in questi giorni.
Ora, la notizia di un nuovo assalto armato, nel Paese che non si decide a limitare la vendita di armi da fuoco e dove chiunque anche un pazzo può acquistare un fucile automatico.
In Virginia due giovani reporter, una giornalista di 24 anni e il suo operatore di 27 sono stati uccisi a colpi di arma da fuoco durante un diretta televisiva, mentre stavano realizzando un servizio per l’emittente locale per cui lavoravano. Nelle immagini video che sono state diffuse sul web si vede la giovane reporter mentre intervista una signora che parla di turismo. Un servizio ordinario, come ce ne sono tanti, in quella che dovrebbe essere una situazione del tutto normale e di assoluta sicurezza. La videocamera inquadra brevemente il paesaggio circostante, quello che sembra essere un lago e un villaggio di casette di legno, con la signora intervistata che parla di promozione turistica e dice di voler portare portare le persone in quel luogo. La giornalista e la signora intervistata sorridono, sono rilassate, quando improvvisamente si sentono alcuni spari e i loro volti cambiano improvvisamente espressione.
Ad un certo punto la videocamera cade a terra e la giornalista inizia a urlare. Le riprese video continuano per alcuni secondi con la camera riversa per terra e le urla che continuano fuori campo. Poi viene ripreso il collegamento in studio e la giornalista mezzobusto dopo un momento di sconcerto a bocca aperta riprende il controllo della situazione e dice al pubblico:”Non sappiamo cosa sia successo, vi faremo sapere appena scopriremo a cosa si riferivano quei suoni….”.
Intanto, la giovane reporter e il suo cameraman venivano uccisi. Nell’ennesimo giorno di ordinaria follia negli Stati Uniti. La reporter si chiamava Alison Parker, l’operatore Adam Ward.
Il video dell’uccisione dei due giornalisti è facilmente reperibile sul web, ma crediamo che non serva a nulla e che non sia corretto pubblicarlo.
La spettacolarizzazione della morte, cercata dall’assassino, è un qualcosa che noi di Viagginews non vogliamo.
Il diritto di cronaca, il dovere di informare, è pienamente svolto nel momento in cui si raccontano i fatti, crudi, dolorosi, ma non è necessario far vedere la sofferenza.
Mostrare la morte in un video, rendere pubblico il dolore e in qualche modo enfatizzare la follia dell’omicida, è per noi solo una mancanza di rispetto per le vittime e le loro famiglie.
Di Valeria Bellagamba e Cinzia Zadro