Un muro che divide la spiaggia per gli uomini da quella per le donne. No, non siamo in uno sperduto Paese ipersessista o misogino di qualche remoto angolo di mondo, ma ci troviamo in Italia, a Trieste. Lo stabilimento in questione è un pezzo di Storia della città ed è rimasto immutato da oltre un secolo. Si chiama La Lanterna, o in dialetto, come viene più spesso chiamato Pedocin – l’origine del nome è piuttosto incerta forse per via delle cozze (pedoci) che anticamente si coltivavano sugli scogli prospicienti – ed è l’unico del genere in Europa, molto frequentato da triestini e da gente di ogni nazionalità e religione, molto apprezzato dalle donne musulmane.
Ad inizio 900 – lo stabilimento fu costruito sotto l’Impero Asburgico nel 1903 per evitare “atti di indecenza” – a dividere uomini e donne c’era uno steccato di legno, poi fu eretto un muro di mattoni alto tre metri. La divisione non è solo sulla spiaggia, ma prosegue anche per un tratto di mare. Lo stabilimento ha ovviamente due ingressi separati: uno per le donne e i bambini fino a 12 anni ed uno per gli uomini. L’ingresso costa 1 euro al giorno, 19 euro l’abbonamento mensile e quello stagionale 63 euro.
La spiaggia divisa non è intesa dai Triestini come un ultimo baluardo di bigottismo, anzi, perfino in un recente referendum per l’abbattimento del muro i triestini hanno detto no. A qualcuno non piace, come alla astrofisica Margherita Hack, triestina, che al Pedocin non andò mai e che disse che le divisioni non le piacevano a prescindere, e a chi quel muro invece vede la libertà dal confronto continuo.