Non è certo il primo scontrino da record, quello denunciato con tanto di foto sui social da una commessa a Roma, e non sarà ovviamente neppure l’ultimo. E forse nemmeno il peggiore della categoria. Ma è l’ennesima riprova di quanto i commercianti di esercizi pubblichi rincarino senza misura e senza controllo i loro prezzi, sebbene legalmente e onestamente esposti.
Siamo a Piazza San Lorenzo in Lucina, incantevole piazza in pieno centro a Roma, a due passi da via del Corso. Una commessa si siede ad uno dei tavolini di uno dei bar affacciati sulla piazza. Ordina un caffè ed un cappuccino. Poi arriva lo scontrino: 9 euro il conto totale, 5.50 euro il cappuccino e 3.50 il caffè. Decisamente tanto. Ma è tutto scritto nel menù, nessun imbroglio, nessuna truffa.
Andò peggio ad un gruppo di giovani turisti romani in vacanza a Venezia che per dei caffè e degli amari gli fu fatto pagare 100 euro (messo in conto perfino la musica), ma anche in quel caso i prezzi erano esposti. Oppure il caso dell’acqua a peso d’oro in un ristorante di Positano: ad una coppia di turisti una bottiglia d’acqua è costata 9 euro. Vergognoso fu invece quello scontrino in cui fu messo in conto ‘pastina del neonato riscaldata’ a 2 euro (successe a Caserta) così come quello di un ristorante di Lugano che fece pagare 2 euro per il solo fatto di aver tagliato a metà la pizza.