Il nuovo film “Interstellar” campione di incassi nei mesi di novembre 2014 in Italia, presupponeva un momento in cui le risorse sulla Terra stessero per finire. Unica soluzione? Trovare un altro pianeta dove vivere. Ipotesi remota, almeno così sembra, quella di trovare un nuovo pianeta, ma la sfida imminente dell’innalzamento del livello del mare e la lenta, ma inesorabile sparizione delle risorse di cibo, acqua ed energia è purtroppo realtà.
Per affrontare tutto questo però non si va in missione nello spazio, ma sott’acqua. Si tratta di un’idea embrionale, un progetto venuto in mente ad uno studio di architetti giapponesi che permettono di realizzare una vera e propria Atlantide entro e non oltre il 2035.
Si chiama “Ocean Spiral” ed è un progetto enorme del valore stimato di circa 26 miliardi di dollari che porterà alla costruzione di una città sotto il livello del mare che ospiterebbe abitazioni per circa 5000 persone, uffici, alberghi, passeggiate, negozi… La città verrebbe costruita in una grande bolla di 500 metri di diametro che non è fissa sul fondale marino, ma galleggiante nel mare, ancorata con delle speciali zavorre.
La città inoltre verrebbe costruita in modo completamente sostenibile grazie ad un filtro di desalinizzazione dell’acqua e l’energia si otterrebbe tramite una conversione dell’energia termica e sull’utilizzo delle emissioni di CO2 degli animali marini.
Questa non sarebbe l’unica idea di questa società che avrebbe progettato anche il “Green Float” una città-isola botanica anch’essa basata unicamente sull’idea di eco compatibilità al fine di trovare alternative per rispondere ai cambiamenti climatici che stanno interessando il nostro pianeta. L’isola sarebbe realizzata a forma di ninfea, galleggiante, in grado di ospitare fino a 40.000 persone con tanto di foresta, spiagge, lagune e ovviamente abitazioni, ospedali, uffici e negozi.