Una città. Le strade trafficate, le macchine, i passanti. Chi va in bicicletta, chi fa shopping, chi lavora, chi è seduto ai tavolini di un caffè. Chi corre a prendere l’autobus, chi entra in un bar. Poi il suono di una sirena. E tutti si fermano. Le macchine, gli autobus e i passanti. Chi è seduto si alza, chi è in macchina scende e rimane fermo in piedi. Tutti si immobilizzano. Per un intero minuto. Succede tutti gli anni il primo di agosto.
Questa è Varsavia, questa è la memoria e il rispetto dei polacchi per i loro caduti.
Questa commovente commemorazione ricorda gli oltre 200mila morti della Rivolta di Varsavia contro gli occupanti nazisti durante la seconda guerra mondiale. Era il 1 agosto del 1944 quando l’Esercito Nazionale Polacco iniziò la rivolta contro i tedeschi che dal 1 settembre 1939 avevano occupato la Polonia annettendola al Terzo Reich. L’insurrezione – alla quale parteciparono anche donne e partigiani – durò due mesi – terminò il 2 ottobre – e fu un tragico fallimento. Una battaglia cittadina che vide la vittoria violenta e schiacciante delle forze tedesche. Le perdite per la Polonia furono enormi: 15 mila soldati morti, quasi 200 mila civili uccisi.
Ci sono monumenti a Varsavia che ricordano questo terribile eccidio. Ma niente è uguale ai brividi che si provano quando un’intera città si ferma e rende omaggio a chi ha dato la sua vita per la libertà.