Costa Concordia. Parla Domnica, l’amante di Schettino: “Aspettavamo un aereo sul ponte”

Getty Images
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Dopo l’ultimatum Domnica Cemortan, l’amante di Francesco Schettino capitano della Costa Concordia che, il 13 gennaio 2012, è affondata al largo dell’Isola del Giglio, ha parlato e ha confessato: “Aspettavamo un elicottero sul ponte 11“.

Domnica ha infatti raccontato che, contrariamente a ciò che ha dichiarato Francesco Schettino, la notte dell’incidente erano saliti sul Ponte 11 non per controllare la dritta della nave, ma per aspettare un elicottero che portasse via e mettesse in salvo entrambi e il maitre Ciro Onorato. Questa è la rivelazione shock lanciata dalla ballerina moldava  riperccorendo i suoi spostamenti insieme al Capitano Schettino che, invece di gestire la situazione di panico, si era dato alla fuga.  Del resto tutte le operazioni di abbandono della nave sono avvenute, come si dice in gergo, “al buio”, ossia non sono state registrate.

Resta comunque la stessa la dinamica dell’incidente, ma secondo Domnica, queste nuove rivelazioni potrebbero riaccendere i riflettori sulla notte de l13 gennaio mostrando delle stranezze nella dinamica delle operazioni di soccorso privilegiando alcuni ad altri mentre si scatenava il panico tra i passeggeri. I vari problemi ai sistemi di sicurezza erano stati analizzati tramite la scatola nera della nave che aveva portato alla luce alcuni nuovi elementi come il fatto che il macchinario di bordo si trovava in avaria già il 9 gennaio: 4 giorni prima dell’affondamento. Le  conversazioni fra Pierfrancesco Ferro e il comandante Francesco Schettino documentano che si era deciso di intervenire sul guasto il 14 gennaio ossia all’arrivo nel porto di Savona. Ora però la magistratura sta valutando quanto questa decisione abbiamo influito nell’incidente.

Ma non solo, oltre all’inadeguatezza del Capitano Schettino, vi erano alcuni sistemi di controllo non funzionanti, soprattutto quello riguardante il sistema elettrico e che quindi regolava anche le luci d’emergenza e gli ascensori. Questo potrebbe infatti aver provocato la morte di ben 4 persone cadute all’interno della nave proprio dagli ascensori dopo l’impatto contro gli scogli.

Ultima grave pecca posta al vaglio dei magistrati è il fatto che le porte taglia fuoco, per regola, devono rimanere chiuse sempre, invece quella sera erano aperte e, tra l’altro proprio per il guasto elettrico probabilmente, l’ordine di chiuderle non è mai arrivato all’equipaggio.

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