Mentre Kiev e Mosca si rimpallano le accuse, è stata richiesta dai leader di tutto il mondo l’apertura di un‘inchiesta internazionale per accertare i responsabili della tragedia dell‘aereo della Malaysia Airlines abbattuto ieri nel confine fra Ucraina e Russia e che ha provocato la morte delle 298 persone a bordo (di cui 80 bambini). Gli Stati Uniti sospettano che il missile che ha colpito il Boeing partito da Amsterdam e diretto a Kuala Lumpur sia partito dai separatisti ucraini sostenuti da Mosca. Putin respinge ogni accusa e punta il dito contro Kiev che due settimane fa ha ripreso l’offensiva dopo un periodo di tregua.
Ma ci sono varie piste da seguire sull’aereo abbattuto in Ucraina. L’agenzia Interfax sostiene che l’aereo della Malaysia Airlines potrebbe essere stato scambiato per quello presidenziale di Putin il quale tornava da un viaggio ai Caraibi ed è passato sulla stessa rotta dell’aereo malesiano appena mezzora prima. Intanto i servizi di sicurezza ucraini sarebbero in possesso di due audio che accuserebbero i separatisti filo-russi. Un’altra ipotesi è che l’aereo sia finito nel mezzo di una guerra fra caccia ucraini e russi o ancora che l‘esplosione sia avvenuta a bordo dell’aereo stesso come successe per l’aereo inabissato nell’Oceano Indiano lo scorso 8 marzo, stesso modello e stessa compagnia di quello precipitato ieri.
Intanto i separatisti che controllano la zona hanno annunciato una tregua di quattro giorni per consentire agli esperti dell’Ocse di visitare la zona e il governo ucraino ha imposto una no fly zone. La Cnn ha riferito che alle operazioni parteciperanno come osservatori anche agenti del’FBI e dell’ente americano di sicurezza aerea. I separatisti hanno rivelato anche di aver recuperato due scatole nere. Dall’autoproclamata repubblica di Donetsk oltre 600 uomini controllano il territorio e vigilano sui detriti e sui cadaveri: finora ne stati recuperati 121 sparsi in un raggio di 12 km.