Come se non fosse già abbastanza terribile apprendere la notizia di 289 persone morte, 289 innocenti uccisi per un’ennesima stupida, inutile guerra, 289 persone che si sono trovate nel luogo sbagliato al momento sbagliato, 289 persone di cui 80 bambini che hanno fatto l’errore che facciamo tutti ossia prendere un aereo, ovvero semplicemente vivere. Ecco, se tutto ciò non fosse già abbastanza agghiacciante, arrivano, come in ogni sciagura aerea, le testimonianze di chi per puro caso è scampato a quel disastro, come se il destino fosse già scritto, come se ci fosse un piano per ognuno di noi, e le tremende premonizioni di chi quel volo lo ha preso e su quell’aereo è morto, ma prima di salire a bordo ha postato una foto su facebook. Attimi. Istanti. Secondi che decidono la vita.
Sul quel maledetto volo della Malaysia Airlines ci doveva essere anche una ragazza della Malaysia. Quel volo però non lo ha preso, lo ha perso. Un caso, ma che ha fatto sì che lei ora sia viva. E’ stata intervistata da varie emittenti mentre ieri si aggirava sconvolta nell’aeroporto Schilpol di Amsterdam. “Ero in taxi arrivando all’aeroporto quando è stata data la notizia. Sono choccata. Sto male fisicamente. Ora spero che il volo che ho prenotato mi riporti al sicuro a casa. Voglio tornare dalla mia famiglia”.
Lo ha fotografato quel maledetto aereo prima di salirci e ha postato la foto sul suo profilo facebook. Una delle vittime olandesi del disastro della Malaysia Airlines ha messo una foto dell’aeromobile ed ha scritto ‘Se dovesse sparire, ecco com’era“. Il riferimento è all’aereo che scomparve nell’Oceano Indiano lo scorso 8 marzo. Era un aereo della Malaysia Airlines, stesso modello di quello precipitato ieri. Strane, tremende, agghiaccianti coincidenze.
Cinzia ZadroGiornalista, laureata in Scienze della Comunicazione, web content editor e social media manager. Ho da sempre un'innata curiosità per tutto quello che mi circonda: da bambina mi immaginavo detective e indagavo su tutto per scoprire la verità, immaginandomi protagonista di casi polizieschi e di inchieste giornalistiche (e solitamente era peluche orso il colpevole!). Ho fondato il giornalino scolastico quando avevo 9 anni e da allora non ho mai smesso di scrivere. Ho sempre lo zaino in spalla: adoro viaggiare, scoprire nuove culture, nuovi posti e poterli raccontare. Qualsiasi posto infatti racconta una storia che io voglio conoscere. Quando non scrivo al pc o non sono in viaggio, mi trovate sul palco ad improvvisare oppure a fare trekking con il mio cane o nei reparti di pediatria come clowndottore.