L’entroterra della Provincia di Imperia, in Liguria, offre moltissime opportunità per i turisti che decidono di passare una vacanza al mare, ma anche per tutti gli sportivi che approfittando del bel tempo possono decidere di inerpicarsi per le montagne e dedicare una giornata all’aria aperta, alla natura e allo sport. Fra i tanti percorsi che si possono scegliere, un itinerario interessante può essere quello sulle orme dei celti e dei druidi.
Come si legge sul Corriere della Sera infatti, a Bajardo, a 900 metri su uno dei crinali più belli della Api Marittime nella Val Nervia, si può andare alla scoperta di castelli, borghi antichi, bassorilievi celti e usanze pagane ancora oggi celebrate con grande rigore. Questo paese, con i suoi circa 300 abitanti, vede risalire il suo primo nucleo abitativo al 1000 a.C. e, chi realizzò i primi luoghi di culto, furono proprio i sacerdoti dei Celti che issarono alcuni obelischi in pietra per le loro divinità e il loro culto.
La rocca dove si insediarono i primi celti era dedicata al dio Apollo in principio e fu poi abbandonata nel 1887 dopo un violentissimo terremoto e, Bajardo, fu ricostruita poco più in basso. Nonostante ciò, su questo crinale dove un tempo i druidi celebravano i loro riti, resiste e rimane simbolo di antichi splendori la chiesa di San Nicolò.
Il paese poi non si è mai dimenticato delle sue origini e, ogni anno, si festeggia l’unica ricorrenza pagana di tutto il ponente, la “Ra Barca”. Questa danza, come è ben spiegato nel sito Cumpagniadiventemigliusi.it rievoca la triste storia in cui si alternano momenti di speranza, di elegia e di dolore, sino a giungere al dramma finale: “Ra Barca, eseguita a Baiardo è, senza dubbio, la festa popolare più antica del Ponente e la storia trae spunto da una tragedia che pare abbia colpito la famiglia nobile del paese. La figlia del conte si innamora di un marinaio pisano giunto nei boschi del luogo per tagliare il legname necessario alla costruzione della flotta imperiale di Federico II il quale, nel 1241, batté alla Meloria l’armata della Repubblica di Genova. Quando il marinaio, terminato il lavoro, deve partire, la ragazza vorrebbe seguire la nave ovvero “’ra barca”, ma il padre, che è contrario a questo amore, non esita a far mozzare il capo alla figlia, e a esporlo sulla piazza pubblica, come monito.Nell’ambito della tradizione, oggi ampiamente ripresa; per la festa veniva innalzato, in mezzo alla piazza, l’albero della primavera, l’abete più alto e grosso, che i giovani del paese avevano ricavato dai boschi comunali e, intorno ad esso, si svolgevano le danze. I simboli laici dell’albero e della danza, nel corso dei secoli, si sono fusi con la grande festività della Pentecoste, dandoci in Bajardo un esempio della cristianizzazione dei riti pagani, con una perfetta conservazione della simbologia originaria”.
La celebrazione ha poi una sorta di seguito nel quarto weekend di luglio con la celebrazione della Festa dei druidi con figuranti in costume.
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