Naufragio Costa Concordia – In questi minuti il comandante della Costa Concordia Francesco Schettino è interrogato dai pm della Procura di Grosseto. Sul tavolo degli inquirenti accuse gravissime contro l’ufficiale: omicidio plurimo colposo, naufragio e abbandono della nave. Le indagini stanno cercando di ricostruire cosa sia successo quella maledetta notte del 13 gennaio, quali sono state le telefonate, i collegamenti fra la nave e la Guardia Costiera, da chi e a che ora sono stati impartiti gli ordini e soprattutto chi e perché ha cambiato la rotta. Nel frattempo che la magistratura compia il suo corso, dalle dichiarazioni finora raccolte si può delineare cosa è successo quella notte.
Ore 19.00 – La nave Costa Concordia parte dal porto di Civitavecchia.
Ore 21.42 – La nave colpisce lo scoglio al largo dell’Isola del Giglio
Alcuni ufficiali, riferisce Repubblica, rivelano che da quel momento il Comandante è perennemente al telefono. “Chiama Ferrarini, con cui parla a lungo”. Ferrarini è il “Marine operation director”, il responsabile dell’unità di crisi e controllo della Costa Crociere, Schettino chiama anche Palombo, suo ex comandante. Schettino non risponde alle richieste degli ufficiali.
Ore 21.44 – Giovanni Iaccarino, primo ufficiale, scende in sala macchine. “Alle 21.42, dopo l’impatto – riferisce il verbale – il comandante mi ordina di scendere in sala macchine. Mi precipito e lo spettacolo è terrificante. Tutto allagato. Avevo letteralmente l’acqua alla gola. Allagato il comparto motori. Allagati i generatori. Allagato i quadri di trasmissione elettrica”. Iaccarino riferisce tutto all’interfono, in plancia ripetono al comandante le tragiche notizie di Iaccarino e aspettano l’ordine di evacuazione, che però non arriva. Ormai funziona solo l’ “Isotta Franschini” un piccolo motore diesel, detto in gergo ‘Paperino, in grado di alimentare soltanto le luci di emergenza.
Ore 22.30 – Gli ufficiali dell’equipaggio attendono l’ordine di evacuazione che però non arrivano e in uno sorta di ammutinamento affidano il comando a Roberto Bosio, comandante in seconda, che dà il la alle operazioni.
Ore 22.58 – Schettino dà l’ordine ufficiale di evacuazione della nave.
TESTIMONIANZE – L’ufficiale di coperta, Alessandro Di Lena, riferisce: “Per i primi quaranta minuti dall’impatto, la nave è rimasta in assetto. Avremmo potuto agevolmente calare le scialuppe con i passeggeri su entrambe le murate. Saremmo arrivati tutti a terra senza neanche bagnarci i piedi”.
Martino Pellegrino, altro ufficiale di coperta, racconta che il comandante ha dato ordine all’ufficiale di rotta di definire la traiettoria per accostare il Giglio – confermato anche dai rilievi cartografici. La rotta diventa “278° nord-ovest” che permette di arrivare a 900 metri dall’isola. Schettino decide di passare al manuale e prende il comando.