Ne ‘Gli anni della formazione’ vengono raccontati i pimi passi dell’artista nel mondo dell’arte. Nato a New York da emigranti ebrei, EmMANuel RadnitzkY scattò le prime foto alla moglie e della sorella ; negli scatti si nota una sperimentazione primitiva della tecnica della solarizzazione, che permette di rendere visibile anche il negativo delle pellicole. Ne ‘Il Periodo Parigino’, si racconta il rapporto di Man Ray con i maggiori nomi dell’arte del ‘900, come Duchamp, Picabia, Leger e Mirò. In questa sezione, vi sono anche i ritratti delle modelle e amanti dell’artista (come Kiki de Montparnasse, modella del celeberrimo ‘Violon d’Ingres’) e di intellettuali dell’epoca (come Joyce e Cocteau). La terza parte della mostra, ‘Parigi e Holliwood’, è dedicata al periodo della guerra e del dopoguerra, che obbligarono l’artista ebreo a trasferirsi negli USA. In questo periodo, Man Ray produsse diversi quadri e continuò la collaborazione con i maggiori magazine dell’epoca come Harper’s Bazaar e Vogue. L’ultima sezione della mostra, ‘Parigi’, riguarda la consacrazione internazionale dell’artista. Oltre a partecipare alla Biennale di Venezia del ’61, Man Ray espose alcuni lavori al Moma che, nel 1973, gli dedicò un’antologica di opere fotografiche. In questo periodo, l’artista riprodusse i suoi dipinti in litografie e oggetti multipli, per esempio i Cadeau o la Venere legata a una corda.
Oltre alle fotografie, l’esposizione di Lugano mette in mostra i provini segnati e ritagliati dall’artista, che rendono evidente il processo creativo con cui Man Ray eseguì la maggior parte delle sue opere. In tutto il percorso dell’esposizione appaiono la necessità di libertà totale di Man Ray e, al tempo stesso, la sua istrionica capacità di ‘non documentare i sogni, ma di realizzarli‘.
Man Ray
fino al 19 giugno
orari: martedì-domenica 10-18 (venerdì fino alle 21)
Museo d’Arte di Lugano
te. 0041 (0) 588667214
www.mdam.ch