REFERENDUM NUCLEARE GOVERNO RETROMARCIA / ROMA – Il governo fa marcia indietro sul nucleare. Palazzo Chigi ha deciso di soprassedere sul programma nucleare ed ha inserito nel decreto legge omnibus, l’aborgazione di tutte le norme previste per la realizzazione di impianti nucleari in Italia. “Al fine di acquisire ulteriori evidenze scientifiche – si legge sull’emendamento – mediante il supporto dell’Agenzia per la sicurezza nucleare sui profili relativi alla sicurezza nucleare, tenendo conto dello sviluppo tecnologico in tale settore e delle decisioni che saranno assunte a livello di Unione Europea, non si procede alla definizione e attuazione del programma di localizzazione, realizzazione ed esercizio nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia elettrica nucleare”.
Il dietrofront significa quindi che salta il quesito referendario sul nucleare. Per alcuni esponenti dell’opposizione, Idv in testa, la scelta di non proseguire sul nucleare da parte del governo è dettata soltanto da interessi di parte: il referendum sul nucleare avrebbe portato alle urne infatti, molto probabilmente, il quorum necessario per la sua validità. Ora con la scomparsa del quesito è a rischio il raggiungimento della soglia minima di votanti e di conseguenza potrebbe fallire la battaglia contro la privatizzazione dell’acqua e contro la norma sul legittimo impedimento.
“Il governo – ha detto Antonio Di Pietro – tenta, con l’emendamento che blocca la costruzione di centrali nucleari, di truffare con un colpo di mano i cittadini ed evitare il referendum”. “Tenta in realtà di disinnescare la mina dei referendum, perché la paura fa novanta e si teme – ha spiegato il leader dell’Idv -che il referendum sul nucleare trascini con sé anche quello, ben più temuto dal premier, sul legittimo impedimento”.