PASQUA, TOUR ATTRAVERSO LE PROCESSIONI ITALIANE / ROMA – Arriva la Pasqua e si risvegliano le tradizioni lungo lo stivale: ogni paese o cittadina ha la sua particolare usanza, processioni per lo più, che affascinano con il loro sottofondo musicale, il loro fervore religioso e le loro statue che sorvolano la folla.
Queste manifestazioni sono tanto numerose quanto le località italiane: impossibile quindi ripercorrerle tutte, meglio evidenziarne solo alcune che consentano di percorrere la Penisola da nord a sud.
“Pasquali” a Bornio (Sondrio – Lombardia)
La tradizione pasquale si incarna qui in cinque agnelli che, ornati a festa, vengono portati in processione nella chiesa arcipretale dove vengono benedetti. Questi agnelli rappresentano i cinque rioni della città: infatti ogni agnello è condotto in chiesa dal pastore rionale a cui a volte si affianca la figura del “buon pastore” incarnata da un bambino vestito di pelli e con in braccio un candido agnellino.
I Pasquali sono però anche una vera e propria festa popolare in cui i vai rioni si impegnano in competizioni e giochi: la preparazione inizia infatti in pieno inverno, quando la Pasqua è ancora lontana, e i ragazzi dei singoli rioni avviano la preparazione di una composizione artigianale a tema.
Insomma quella di Bornio è il classico esempio della celebrazione che riunisce ritualità religiosa e festa popolare.
“Sagra e il Palio dell’Uva” a Tredozio (Forlì – Emilia Romagna)
Questa celebrazione ha come oggetto simbolo l’uovo. Si svolgono infatti una serie di giochi e competizioni in cui il simbolo pasquale (ma anche simbolo di vita) dell’uovo è assoluto protagonista: gara di battitura dell’uovo (ad ogni persona che entra alla sagra viene offerto un uovo sodo dipinto che, a due a due, si dovrà tentare di rompere), la corsa con l’uovo nel cucchiaio (ovviamente vietato farlo cadere) e la gara di mangiatori di uova sode.
Ma questo oggetto simbolico è protagonista anche nella gara tra i rioni, “Il Palio dell’Uovo” appunto, che si sviluppa in più competizioni quali la corsa dell’uovo, la ricerca dell’uovo nel pagliaio e la battaglia delle uova e la staffetta dell’uovo nel cucchiaio. Il tutto si conclude con la consegna del premio: ovviamente a forma d’uovo!
“Sacrocifissione” a Oliena (Nuoro – Sardegna)
Si tratta di un rito che si svolge lungo tutta la settimana della Passione: le Pie Donne tolgono il Cristo dalla Croce e, durante la settimana, gruppi di uomini e donne ripercorrono le chiese della cittadina sino al Sabato, giorno in cui la statua viene ritrovata.
A Oliena si porta in processione non solo Cristo ma anche la Madonna, ornata a festa con gioielli, e le due figure si incontrano la domenica di Pasqua dopo giri di processione in cui i partecipanti portano il costume tipico del Paese. I cittadini assistono al tutto dai terrazzi delle proprie case e salutano la resurrezione con colpi di fucile in aria: aspetto curioso e al confine della legalità, che però non è mai stato vietato in virtù della tradizione.
Insomma a Oliena è sicuramente l’aspetto religioso il protagonista della cerimonia.
“Scoppio del carro” a Firenze (Toscana)
Nel capoluogo toscano il simbolo pasquale scelto come protagonista della festa è la colomba: questa tradizione nasce dall’epoca dei crociati e dalla leggenda che narra il trasporto, ad opera di questi, delle tre schegge del Sacro Sepolcro nella Chiesa dei Santi Apostoli. La tradizione vuole anche che a Gerusalemme i tre frammenti di pietra strofinati dessero vita ad un fuoco sacro che con il tempo si prese l’abitudine i portare per le case. Anche quest’ultimo aspetto è riproposto nella festività fiorentina di oggi: un carro con fuochi di artificio gira per la città trainato da buoi bianchi fino al Duomo, dove un fildiferro lo lega all’altare maggiore. Proprio qui entra in scena la colomba: questa è adagiata sul filo e scivola verso il carro con una miccia accesa, se allo scoppio dei fuochi d’artificio la colomba ripercorre l’intera lunghezza del filo la tradizione vuole che per Firenze inizi un periodo di prosperità.
“La Madonna che scappa” a Sulmona (L’Aquila – Abruzzo)
Si tratta di un rito molto suggestivo di origine medievale che si svolge in Piazza Garibaldi: una processione con a capo il gonfalone della confraternita della Madonna di Loreto parte dalla Chiesa di Santa Maria della Tomba e si mette in scena una rappresentazione carica di pathos in cui la statua di Cristo Risorto attende di ricongiungersi con la Madonna, accompagnato dalle icone di San Pietro e San Giovanni.
La rappresentazione, e in particolare l’incontro tra la Madonna e Cristo Risorto, simboleggia il passaggio dal lutto alla gioiua pasquale: infatti la statua della Madonna stenta a credere all’annuncio della resurrezione ma, una volta uscita dalla Chiesa di San Filippo Neri, accelera lentamente il cammino verso Cristo e nel procedere perde il manto a lutto e una rosa rossa compare tra le sue mani.
La suggestione di tale cerimonia è davvero particolarmente intensa.
“Corsa dell’Angelo” a Forìo (Ischia – Campania)
Questa tradizione affonda le sue radici addirittura nel XVII secolo e ripropone in chiave allegorica l’incontro tra la Madonna e il figlio risorto.
Qui alla tradizione di paese si sposa quella delle singole famiglie: infatti si tramanda di padre in figlio il diritto, e soprattutto l’onore, di portare a spalla una delle quattro statue ( la Madonna, il Cristo Risorto, San Giovanni Apostolo e L’Angelo). La partecipazione popolare è comunque altissima: i pescatori intonano canti di sottofondo all’incontro tra le statue e dai balconi il resto del paese lancia petali di fiori sulla processione.
Un rito molto sentito nella piccola località ischitana ma che affascina turisti di qualsiasi provenienza.
Processione del Venerdì Santo a Spezzano Albanese (Cosenza – Calabria)
Qui si ripropone dall’Ottocento la tradizione dei canti in albanese: i partecipanti alla processione intonano questi brani in cui si ripercorre la Passione di Cristo e il pianto della Madonna sotto la Croce.
Una tradizione che ha radici lontane e che trae gran parte del suo fascino dall’unione multietnica tra Italia e Albania.
“La processione dei misteri” a Trapani (Sicilia)
I Misteri di cui si parla sarebbero in realtà “mestieri”: infatti sin dal XVII secolo un atto notarile affidò ad ogni maestranza un determinato gruppo di statue.
L’origine di questa Sacra Rappresentazione che poi si evolve in processione si dice abbia radici spagnole. Alle statue delle maestranze si uniscono l’urna del Cristo morto e dell’Addolorata e il gruppo si avvia in una processione che inizia venerdì pomeriggio e termina sabato mattina.
Francesca Testa