Nella prima mostra, le opere di Pistoletto sono messe in relazione con i maggiori movimenti del dopoguerra come il Minimalismo, l’arte concettuale, il Pop e testimoniano un graduale passaggio dell’interesse da parte dell’artista all’opera d’arte intesa come un tramite verso l’alterità. L’allestimento, che include più di cento lavori, è diviso in tre sezioni: i Quadri Specchianti, Gli oggetti in meno e gli Stracci. Dai primi autoritratti, che testimoniano un forte interesse per la raffigurazione rigorosa del sé, si passa ai quadri a specchio che, oltre a rappresentare un filo conduttore nel percorso dell’artista, testimoniano la necessità di Pistoletto di creare un rapporto con l’osservatore, incluso inconsapevolemtente nell’opera (e nella storia, dal momento che molte opere derivano da foto di manifestazioni degli anni ’60). La seconda sezione dell’esposizione presenta delle installazioni realizzate attorno al 1965; attraverso l’assemblaggio di materiali diversi fra loro e combinati in modo inaspettato, Pistoletto affronta le possibilità creative e trasformative dell’opera d’arte, anticipando lo spirito e diversi aspetti fondamentali dell’Arte Povera. Nella terza parte della mostra dedicata agli Stracci, viene ripreso invece il tema dell’inclusione: i panni, utilizzati dall’artista precedentemente per pulire gli specchi, acquisiscono una dimensione artistica fondendosi a perfezione con altri materiali, per esempio il marmo della celeberrima Venere. Al termine della mostra, vi sono interessanti filmati delle azioni (per esempio, dela Scultura da passeggio) realizzate con il gruppo Zoo attorno agli anni ’60 che, per la loro dimensione partecipativa, sono di grande attualità rispetto alle pratiche artistiche contemporanee.
Cittadellarte testimonia un progetto iniziato nel 1998 da Pistoletto a Biella che mira a costituire uno spazio di dialogo tra i linguaggi di arte, cultura, politica, ecologia e moda. Sotto un enorme installazione a forma di infinito triadico (Nuovo Segno di Infinito) è posizionato un tavolo-specchio a forma di Mediterraneo (Mare Nostrum) attorno a cui si trovano sedute di provenienze diverse. Con quest’installazione Pistoletto invita i visitatori al confronto-guardando se stessi, si incontra lo sguardo dell’altro- e, al tempo stesso stesso, evoca la dimensione etica dell’arte e la sua capacità di cambiare, assieme al modo in cui pensiamo e agiamo, il mondo. Quel che l’artista auspica, con questo progetto interattivo, è allora la nascita di un Terzo Paradiso in cui l’arte sia il linguaggio della coindivisione e dell’amore di ciò che è diverso; con le parole del maestro, ‘lunga vita alla creatività!’.
Michelangelo Pistoletto: da Uno a Molti, 1956-1974 e Cittadellarte
Maxxi-Museo delle Arti del XXI secolo
4 marzo 2011-15 agosto 2011
Cristina Mauri