Dopo aver studiato la mappa della metropolitana di Vienna, aver capito dove ci troviamo ed aver acquistato un card per i mezzi pubblici ci dirigiamo verso il nostro Ostello, a Westbahnof. Vienna è servita in maniera capillare dalla metropolitana: efficiente, puntuale, ti porta ovunque in pochissimo tempo. Posati i bagagli ci dirigiamo verso Stephansdom, il duomo della città. E come mettiamo il naso fuori, oltre a congelarci per il freddo, rimaniamo affascinanti dalla bellezza della chiesa, per la neve, per le decorazioni natalizie che adornano la piazza.
Dopo un breve giro ci dirigiamo verso il mercatino di Freyung, poco distante da Stephan Platz. Piccolino, ma decisamente suggestivo: casette in legno, neve, musica natalizia di sottofondo, prodotti artigianali, ma soprattutto punch caldo. In realtà in qeusti mercatini nessuno compra (tranne i turisti ovvio), tutti ci vanno per bere qualcosa di caldo e alcolico. Sì, anche di mattina. A qualsiasi ora i viennesi hanno in mano un bicchiere di alcool.
Il nostro giro per i mercatini continua a quello del Rathaus. Il più grande e il più turistico. Qui l’atmosfera di perde un pò, ma in compenso i prezzi sono più bassi e qualche ricordino si può comprare. Anche noi ci uniamo allo stile austriaco: un buon punch caldo e un sacchetto di Kartoffen (patate arrostite).
Ci muoviamo verso l’Opera, sul Ringastrasse. Decorazioni di Natale in giro non ce ne sono, eppure siamo praticamente al centro. Se non ci fosse questa bianca coltre di neve a rendere il paesaggio simile a quello dove vive SantaClaus ci sarebbe molto meno atmosfera natalizia.
Arriviamo al mercatino di Karlplatz: immerso in un giardino innevato è decisamente suggestivo. In sottofondo Zucchero canta le sue canzoni natalizie e la gente affolla i chioschetti di cibo e bevande. Gironzoliamo un pò, di cosette carine ce ne sarebbero, ma i prezzi non sono molto abbordabili. Opto per la formula della tazza-riciclata. Ossia quando prendi un punch ti danno con cauzione una tazza tipica del mercatino. Se la riporti ti restituiscono la cauzione (di solito 2 euro) altrimenti ti tieni la tazza. Certo, è usata, ma è il souvenir più autentico di Vienna in questo periodo.
Dopo aver mangiato la più grande schintzel che abbia mai visto, grande quanto una pizza (e sono riuscito nell’impresa di non lasciarne neanche un pezzetto, poi però ho brindato con il digestivo) dal famoso Fingmuller, decidiamo di andare a riposare. La stanchezza del treno si fa sentire.
Il giorno dopo ci dedichiamo ad un pò di cultura. Prima il Leopold Museum, al Museum Quartier, poi il Belvedere. Dopo aver ammirato i capolavori di Klimt e il paessaggio sulla città, ci distraiamo al mercatino allestito nel giardino. La location è davvero molto bella, certo le bancarelle vendono le stesse cose degli altri mercatini ed ho il sospetto più che fondato che molti degli oggetti qui esposti siano ‘made in China’.
La sera torniamo nella zona del Museum Quartier e dopo una soddisfacente cena nello splendido Milo (squisiti i canederli agli spinaci) ci spostiamo a Spittelberg. Qui, per i vicoli di questo quartiere va di scena uno dei mercatini più suggestivi di Vienna (e che chiude più tardi degli altri). L’odore di Vin Brulè riempie l’aria, ma finalmente fra la neve, le lucine degli addobbi e le stelle della notte sento quella magica atmosfera natalizia.
Prima di rimetterci in viaggio facciamo una passeggiata per la via dello shopping viennese, Mariahilfer Strasse. Più o meno un incubo. Gente, gente, gente, gente ovunque alla ricerca di un regalo. Gente che attraversa, gente che cammina verso nord, verso sud, verso est. Non si possono allargare le braccia senza colpire qualcuno. La globalizzazione poi appiatisce le diversità e i negozi, che sono pressochè gli stessi che possiamo trovare in Italia. Ma qui già iniziano con i saldi. Il che in tempi di crisi economica non è affatto male.
Lasciamo Vienna al ritmo pigro di un treno che non vorrebbe andare via. E mentre torno a casa sento che nonostante tutto lo spirito del Natale mi ha contagiato. Vorrei un punch per brindare, ora.
Claudio Scarpa
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